武館
WU KUAN
SCUOLA KUNG FU TRADIZIONALE CINESE
VIA
CASSANI n° 7 c.a.p.27100 PAVIA cell.
335-8201523
e-mail
info.pavia@wukuankungfu.it
info.milano@wukuankungfu.it
HOME PAGE
La
storia del Kung Fu Cinese (Kuo Shu)
La
Cina, culla
indiscussa di una delle civiltà più antiche ed importanti, sin
dall’era preistorica e
proto-storica ha mostrato grande dinamismo anche in campo marziale e
militare. Forme di lotta a mano nuda, ritrovamenti di antichissime
armi bianche come asce, alabarde e spade, rappresentano solo una
parte di un apparato marziale poderoso, organizzato ed efficiente.
Il Kung Fu è un grande sistema comprensivo
di tutte le Arti Marziali Cinesi, combina le tecniche di auto-difesa
e di mantenimento della salute che derivano sia dall’esperienza
civile delle fasce contadine e borghesi che da quella militare.
Storici ed
archeologi stimano che il Kung Fu cinese possa essere
fatta risalire alla società primordiale.
In epoca preistorica,
graffiti e dipinti della valle del Fiume Giallo mostrano genti che
utilizzano bastoni di varia forma e lunghezza per combattere contro
bestie feroci e per cacciare. I ritrovamenti indicano che a poco a
poco alcuni cacciatori-guerrieri hanno accumulato esperienza di
caccia e di autodifesa nei confronti di gruppi rivali. Le antiche
civiltà precedenti alla dinastia Shang, in maniera pare unica ed
originale, incominciarono a codificare metodologie di lotta a mano
nuda e tecniche prestabilite per l’utilizzo delle armi, basandosi
sulle esperienze di caccia, sull’osservazione dei combattimenti tra
gli animali, sulla necessità di difendere la propria famiglia ed il
territorio del clan. Gli antichi storici elencano gli armamenti
da guerra cinesi dell’epoca
del “mitico Imperatore Giallo” Huan Ti
(precedentemente al
2690 A.C.). Carri da guerra, cavalleria
pesante e leggera, fanti armati di lance, alabarde, spade a doppio
taglio si affiancano a lottatori di
Ch’I Yu Hsi, una
antichissima forma di combattimento corpo a corpo, già raffigurata
in manufatti del
3000 A.C.
I ricercatori oggi affermano che molto prima
dell’edificazione del Tempio di Shaolin il Kung Fu esisteva già.
Durante le
dinastie Shang e Zhou
(17 ° secolo A.C.-221 A.C.),
accurate cronache descrivono l’evoluzione delle arti marziali, a
livello popolare e delle classi commercianti come forma di danza per
la salute e l’autodifesa, in ambito militare furono utilizzate in
maniera codificata
per
addestrare i soldati ed ispirare il loro morale. Durante la dinastia
Zhou le arti marziali vennero designate come componente della
formazione della borghesia commerciante e dei nobili. L'applicazione
sul campo di battaglia di tecniche di lotta corpo a corpo, di pugno
e calcio, di immobilizzazione richiamò una grande attenzione da
parte di un numero crescente Stati sovrani. Fu questo un periodo
storico caratterizzato da guerre ed aspre contese militari, tuttavia
contemporaneamente prese vita un intenso fervore culturale.
Vissero infatti grandi
pensatori come Confucio e Lao Tsu, padre del Taoismo, i grandi
generali Sun Tzu e Wu Tzu,
il capo militare e filosofo Mo Ti, forse fondatore ed
organizzatore dei gruppi militari denominati
“Cavalieri Erranti”. Il
periodo degli Stati
Combattenti (V-III secolo A.C.) fu contrassegnato da
violente contese tra Stati egemoni e da conseguenti ed improvvisi
mutamenti sociali. I Cavalieri Erranti (Hu Hsie), secondo alcuni
storici cinesi, furono abili combattenti riuniti in gruppi e clan
militari indipendenti, dotati di elevata capacità nell’organizzare e
disciplinare gli eserciti, caratterizzati da elevata disciplina e
rigore morale originati dalla fusione tra arti marziali, pensiero
confuciano e filosofia taoista. Nel
periodo di
primavera e autunno
le cronache descrivono come l’imperatore tenesse gare di lotta ogni
anno, rispettivamente in primavera e in autunno, in modo da
selezionare eccellenti praticanti di arti marziali, che potevano
provenire da ogni ambito sociale. In questo periodo venne raffinata
la tecnica dell’utilizzo della spada, maestri armieri perfezionarono
le metodiche di forgiatura dei metalli, la spada divenne un simbolo
nelle cerimonie e nei rituali.
La Dinastia Qin (221
A.C.
- 207
A.C.),
alla quale fu attribuita la costituzione dell’impero Cinese,
e la
Dinastia Han
(202 A.C.
- 220 D.C.)
diedero grande impulso allo studio della
lotta, della scherma,le arti marziali iniziarono ad essere
codificate e divulgate anche a livello
popolare
.
L’”Armata di Terracotta”, probabilmente uno dei più straordinari
ritrovamenti archeologici del XX secolo, rappresenta una fonte
irripetibile per la conoscenza del costume marziale dell’antica
Cina. Le statue di 8000 guerrieri di terracotta, fornite di
armature, carri, cavalli, armi, furono poste di guardia alla tomba
dell’Imperatore Shi Huang Ti. I guerrieri sono modellati in
posizione marziale di combattimento, impugnano con tecnica
realistica spade, alabarde, lance, archi e balestre, testimoniando
le modalità di utilizzo di questi armamenti.
Il
susseguirsi di rivolte ed anni di pace condussero all’insediamento
della Dinastia Han. Vennero fortemente strutturate le arti marziali
a mano nuda, denominate chi ch’iao (abilità, tesoro,talento),
shou po (mano che colpisce). Maestri di combattimento a mano
nuda iniziarono ad insegnare presso gruppi militari e presso le
organizzazioni dei mercanti; un famoso maestro, Kuo I, a cavallo tra
il I sec A.C. ed il I sec D.C. organizzò e codificò un’insieme di
stili, elaborando il chang shou, forse precursore, secondo
alcuni storici contemporanei, degli stili di boxe appartenenti al
gruppo Shaolin. La Dinastia Han promuosse in ambito militare
l’utilizzo della lancia, sia da parte della cavalleria che della
fanteria. Vennero redatti importanti testi e manuali sull’utilizzo
di tale arma. La lancia Han
divenne talmente popolare da
essere utilizzata nelle danze marziali al di fuori
dell’addestramento militare. Maturò anche un interesse medico per la
pratica delle arti marziali, il celebre medico Hua To elaborò la
Danza dei Cinque
Animali, basata sull’imitazione e sulla similitudine con i
movimenti di lotta degli animali, posti in relazione con i benefici
sui segmenti corporei dell’uomo
Successivamente alla Dinastia Han, dal 220 al 280 D.C., nel corso
del
Periodo dei Tre Regni
, le arti marziali vennero notevolmente migliorate e raffinate,
molti maestri capi militari entrarono nella leggenda e tra gli eroi
nazionali cinesi.
Tra il
490 D.C.
ed il 520 D.C., in base alla datazione degli annali cinesi, venne
edificato il famoso
Tempio
Buddista
di Shaolin,
fatto costruire dall’imperatore
Wen Ti sulla spinta della crescente diffusione in Cina del
Buddismo. La religione e la filosofia Buddista erano presenti in
Cina da diversi secoli e per accogliere i monaci appartenenti alla
filosofia Chan (Zen per la lingua Giapponese),
venne
costruito sulle pendici del Monte Son Shan, nella Provincia
dell’Henan, il Tempio della Giovane Foresta (Shaolin Szu),
situato non lontano da Loyang, antica capitale Zhou ed Han.
Shaolin divenne rapidamente un importante centro per lo studio e la
diffusione del Buddismo Chan, tra le sue mura furono ospitati famosi
monaci
provenienti
dall’ India, letterati, filosofi, intellettuali Cinesi, guerrieri ed
abili combattenti attratti dal pensiero Buddista, talora militari
ricercati dalle autorità a seguito di avverse fortune sul campo di
battaglia. Nel 527 D.C. giunge in Cina
Bodhidharma (Ta Mo
per la lingua cinese) principe Indiano, medico, monaco Buddista
e trascorse un lungo periodo, nel Tempio di Shaolin. A Bodhidharma
venne atribuita la creazione del Kung Fu di Shaolin (Shaolin
Chuan), tuttavia le ricerche archeologiche moderne e la recente
analisi delle fonti letterarie pongono sempre più in discussione
tale ipotesi (come pure molto discordante e priva di fondamento
storico pare l’influenza ipotizzata di alcuni monaci provenienti
dall’Iran sul Kung Fu di Shaolin). Inoltre, alcune opere
storicamente attribuite a Bodhidharma, come il
“Manuale degli
esercizi per i muscoli e i tendini”
ed il “Manuale di
pugilato”
appartengano
ad un periodo ben successivo rispetto a quello in cui visse il
monaco
Indiano. Come abbiamo visto, quando Bodhidharma giunse al Tempio di
Shaolin, il Kung Fu e le sue metodologie di combattimento a mani
nude, in Cina esistono già da diversi secoli e probabilmente erano
già praticate all’interno dello stesso tempio. Si ritiene che le
arti marziali, le tecniche di combattimento introdotte nel tempio da
militari, nobili convertiti al Buddismo oppure la semplice necessità
dell’autodifesa da parte dei monaci in una regione ed in un periodo
storico turbolento, trovarono un innesto spontaneo nell’ideologia
Buddista di pieno e vuoto, dove il combattimento è tenuto separato
dalla violenza ed è
un’abilità del corpo e della mente, talora necessaria per proteggere
la salute dell’uomo, dei più deboli, l’idea di compassione verso gli
uomini e verso l’universo. E’ possibile che Bodhidharma introdusse a
Shaolin tecniche di preparazione fisica e
di
respirazione buddista, tuttavia, essendo di stirpe reale, non è da
escludere che fosse a conoscenza degli stili di combattimento
dell’India.

|
Bodhidharma, patriarca del
Buddismo Chan
|
All’alba
della
dinastia Tang (618-907
D.C.),
la
Scuola dei Monaci guerrieri
di Shaolin (così viene chiamata nelle fonti storiche), comparve
sul campo di battaglia; nel 618 –attesta una iscrizione - un gruppo
di Monaci Shaolin, guidati dall’Abate del Tempio Tanzong, aiutarono
il giovane imperatore Taizung
ad avere la meglio sulle truppe
rivoltose del generale Wang Shilong. Questo gesto valse al Tempio
doni, privilegi e dispense imperiali, l’Abate Tanzong fu insignito
del titolo di Grande Generale, i monaci vennero nominati “difensori
dell’imperatore”, “combattenti legati alla causa suprema della
sopravvivenza dello Stato”. Nel XIII, in battaglia, i Monaci
Shaolin, innalzarono uno stendardo su cui era scritto: “ in tempi di
pericolo ci trasformiamo in generali, una volta compiuta la nostra
missione ritorniamo ad essere monaci”.Durante
la Dinastia Ming
i Monaci Shaolin guadagnarono ulteriore fama guerriera affiancando
le truppe imperiali nella guerra contro gli organizzati e violenti
pirati giapponesi che dominavano le coste del Fujian. Nel periodo
Quing verranno ricordati nelle cronache imperiali come “celebri
guerrieri provenienti dal Tempio di Shaolin”. Nella Cina
repubblicana il Monaco Shaolin
Henglin mise fine alle violente
attività criminali di briganti che terrorizzavano la regione di
Denfeng. Persino un grande generale della Cina comunista, Xu Shiyou
(1905-1986), era stato Monaco Shaolin dall’età di sette anni ed a
Shaolin aveva appreso la pratica delle 18 armi bianche. Alla base
dell’abilità guerriera di Shaolin vi era una preparazione fisica e
mentale di altissimo livello, un addestramento intenso e
giornaliero, il superamento di prove e livelli, una cultura
specifica in ambito buddista, medico, letterario, artistico,
matematico, agronomico, veterinario .
Nel corso della Dinastia Tang viene introdotto un
esame imperiale per valutare praticanti
di Kung Fu di alto livello (Maestri), che ricevevano benemerenze
dall’imperatore. E’ in questo periodo che le arti marziali cinesi
cominciano a svilupparsi in forma autonoma rispetto alla pratica
militare, vengono promosse scuole civili che si sviluppano con
caratteristiche marzial peculiari e distintive. Il Kung Fu supera i
confini della Cina ed i Maestri danno inizio a quel processo di
divulgazione che influenzerà la nascita della maggior parte delle
arti marziali asiatiche (Ju Jitsu, Karate, Kendo, Kiudo, Thai Box,
Viet Vo Dao, Tae Kwan Do eccetera. A partire dalla Dinastia Tang
iniziarono ad essere codificati stili Shaolin, all’interno del
tempio ed al di fuori, ad opera di maestri monaci che iniziarono ad
insegnare al di fuori delle mura come consiglieri militari e grazie
all’opera di maestri che codificarono metodi di combattimento sulla
struttura Shaolin. Uno dei primi stili
Shaolin menzionato
dagli storici è il Sho Pa Luohan Shou (le 18 mani dei
discepoli di Buddha). Famose furono anche le 32 tecniche del
T’ai Tzu chang
ch’uan, (la boxe lunga del Grande
Antenato), messe a punto dall’imperatore
Chao K’uang Yin
(X sec.). Alla stessa dinastia apparteneva anche il famoso generale
ed eroe cinese Yueh Fei,

|
YUEH FEI
|
abilissimo nell’uso della lancia, al quale
viene attribuita l’organizzazione nel
pa tuan chin, gli “otto
pezzi di broccato prezioso”, di esercizi di ginnastica
energetica. Al generale Yueh Fei viene aneddoticamente
attribuita anche la creazione del celebre stile interno
hsing i.
Fu attribuita al Tempio di Shaolin la creazione
della Boxe dei Cinque
animali,
wu hsin
ch'üan, che si ispirava al modo di combattere di 5 animali: il
drago, la tigre, il leopardo, il serpente e la gru, i
mitici cinque animali di Shaolin.
Questo stile, organizzato nel XVI sec. dal
monaco Chueh Yuan sulla base di pre-esistenti esperienze, si
pensa sia adato perduto nei secoli, oggi taluni esperti ne ravvisano
figure ed espressioni negli stili shaolin giunti sino ai giorni
nostri.
Vennero inoltre realizzati stili e forme
Shaiolin più morbide,
il rou ch’uan, “pugilato morbido”, e il
mien ch'üan,
“pugno di cotone”, forse precursori degli stili interni.
Le
Dinastie Song (960 - 1279) e
Yuan (1206 - 1368)
permisero ed incentivarono la diffusione e la pratica delle arti
marziali presso organizzazioni civili, talune delle quali divennero
molto celebrate per l’elevato grado di abilità raggiunto dai
praticanti. Talune organizzazioni si specializzarono nell’uso
particolare di specifiche armi, sorsero società di spadaccini, di
lanceri, di arceri. I resoconti imperiali parlano, inoltre, del
consolidarsi di alcune organizzazioni che utilizzavano le arti
marziali nell’ambito di pratiche alchemiche o esoteriche, altre con
finalità politica, altre ancora utilizzavano l’addestramento
marziale a scopo criminale.
Dal
960 alla metà del 1300 il Kung Fu si diffuse enormemente su tutto il
territorio Cinese.
Il più raffinato sviluppo e la più alta
diffusione del Kung Fu si verificò con
la Dinastia Ming
(1368-1644). Gli imperatori Ming furono mecenati della cultura,
delle arti figurative e letterarie, della musica e delle arti
marziali. Avennero pubblicati numerosi e famosi trattati sul Kung
Fu. Taluni stili si fusero o andarono ad arricchire altri stili, la
lotta cinese, con il suo bagaglio di proiezioni, leve, tecniche di
controllo, sembra venne incorporata in molte scuole marziali.
Le condizioni
sociali improvvisamente mutate, l’introduzione da parte dei Qing di
un regime fiscale estremamente gravoso ed ingiustificato, la povertà
rapidamente dilagante, il fatto che i
Manciù avessero preso il potere con l’inganno e che fossero
stranieri, portarono al propagarsi di crescenti focolai di
insurrezione tra il popolo. Gli ordini religiosi divennero centri di
opposizione all’imperatore, soprattutto il Tempio di Shaolin assurse
il ruolo di difensore della dinastia Ming usurpata, addestrando e
proteggendo i rivoltosi, i monaci parteciparono all’innesco di
rivolte ed all’opposizione politica tra lgli intellettuali. I Manciù
non si resero conto del malcontento crescente, reagirono in maniera
brutale reprimendo nel sangue le insurrezioni popolari. Le arti
marziali furono vietate, furono condannati a morte quanti
possedevano armi, nel 1736 l’esercito Qing pose sotto assedio il
Tempio di Shaolin sino alla distruzione (il Tempio fu più volte
distrutto e ricostruito, nel 1911 venne nuovamente distrutto
dall’esercito agli ordini del potere politico, nel 1948 Mao Tse Tung
ordinò la dispersione dei monaci).I monaci che riuscirono a fuggire
dall’ esercito Qing si dispersero gradualmente e progressivamente
sul territorio cinese, molyi di esse addestrarono la popolazione
civile alla rivolta , tecniche, metodologie di combattimento e di
utilizzo delle armi sino a quel momento insegnate ai pochi allievi
capaci di superare un difficile percorso iniziatico, diventarono
fruibili per molti. Le società di arti mkarziali, proibite dal
governo, divennero segrete, talune dichiararono il proprio intento
di lavorare per rovesciare il potere usurpatore. Si andarono a
creare dei veri e propri clan guerrieri segreti, autofinanziati
dalle attività professionali degli aderenti, che praticavano
durissimi allenamenti in luoghi segreti e preferibilmente nelle ore
notturne. Si diche, ma le prove storiche per il momento non sono
ancora ben vagliate e documentate, che i Monaci Shaolin fuggiti
dalla distruzione del tempio
riuscirono a riorganizzarsi nella Cina del Sud, nella regione
del Fuchien, dando vita al “Tempio Shaolin del Sud”, che fu
nuovamente assediato e distrutto dall’esercito imperiale. A sostegno
di tale ipotesi è storicamente comprovato che in questo
periodo andarono ad essere codificati ed organizzati il
choi li fat,
l’hung gar e il
mok gar,
importanti stili Shaolin del Sud, già praticati ben precedentemente
al periodo Qing.
Durante il periodo
storico travagliato della dinastia
Qing
emersero altri stili, come il t’ai chi ch'üan
ed il
pa kua chang,
nel Sud della Cina
il pai ho, il
pai mei
e il win chung
con
radici antichissime, masino a quel momento insegnati in
ambito
famigliare o di clan, talora addirittura trasmessi da padrea figlio.
Tra la fine del 1800
ed i primi anni del ‘900 i governanti Qing tentarono di rafforzare
un potere politico ed economici sempre più precario (anche in
conseguenza dell’isolamento volontariamente mantenuto
dall’imperatore e dai burocrati nei confronti delle classi
commercianti ed imprenditoriali, permettendo l’ingresso sul suolo
Cinese degli eserciti dello potenze coloniali. Divamparono moti
insurrezionali da parte di società segrete delle arti marziali (Rivolta
dei Boxer), soprattutto impressionarono gli eserciti occidentali
i combattenti del gruppo
I
Ho Ch'üan
(i Pugni di Giustizia e Armonia), praticanti di Kung Fu,
molti dei quali esperti di uno stile esoterico di
Mei Hua. I resoconti
occidentali parlano di combattenti incredibili che a mano nuda o
all’arma bianca affrontavano senza timore i fucili e le
mitragliatrici. Gli eserciti coloniali non riuscirono a contenere i
Boxer, su pressione occidentale fu schierato l’esercito regolare
cinese (i Boxer si dispersero, sembra, ma non vi è certezza storica,
che scamparono alle persecuzioni imperiali, taluni gruppi si
rifugiarono a Taiwan, altri rimasero in Cina e favorirono-relazioni
militari durante la guerra fredda- la fuga di intellettuali ed
oppositori verso Hong Kong, Taiwan e verso l’Occidente durante la
rivolozione culturale.
Nel
1911, i moti popolari, le esigenze di miglioramento sociale non
ulteriormente posticipabili, le nuove visioni politiche si
concretizzano nella proclamazione della
repubblica Cinese (1911-1948).
Le forze democratiche si trovarono
ad
operare su un paese enorme, con masse contadine senza accesso ad un
regime alimentare minimale ed alla alfabetizzazione, con malattie ed
epidemie dilaganti. L’antico regno di mezzo veniva ora definito “il
malato dell’Asia”. Fu il Kung Fu uno dei perni per risollevare il
Paese. L’arte marziale cinese fu denominata
Kuo Shu, Arte nazionale,
le sue potenzialità sulla salute psico sociali furono diffuse su
tutte le fasce della popolazione. Grandi maestri, ricordiamo tra
tutti Yang Chen Fu, erede
del Tai Chi Chuan della Famiglia Yang, iniziarono ad insegnare nei
parchi, nelle fabbriche, nei circoli e nei dopo-lavoro.
Nel 1927,
l’entusiasmo del Governo repubblicano per le arti marziali cinesi
porto all’apertura di una grande accademia militare di Kung Fu,
la Nanching Kuo
Shu Kuan National. Nel mese di
agosto, 1936 il Kung Fu Cinese fu portato all’attenzione del
pubblico mondiale; una squadra dimostrativa andò a Berlino
partecipando e stupendo alle Olimpiadi, nel corso di una grande
dimostrazione (fu questo un evento politicamente molto dibattuto,
non pochi praticanti di Kung Fu si rifiutarono di far parte della
squadra, in netta opposizione con l’idologia nazzista). Nel 1937
la Cina
fu invasa dal Giappone, moltissimi maestri e praticanti di alto
livello caddero per respingere l’esercito giapponese, numericamente
e tecnologicamente superiore. Dopo la vittoria sul Giappone, nel
1945, il Paese, devastato dalla guerra ed altresì indebolito da
diseguaglianze sociali e da violenti scontri politici, fu travolto
dalla guerra civile (già divampata negli anni precedenti
all’invasione giapponese). Dopo la battaglia di Huai Hai nel 1948,
con la sconfitta delle truppe repubblicane e nazionaliste, molti
maestri di Kung Fu seguirono l’esodo dell’esercito del Generale Chan
Kai Shek a Taiwan, insieme a contadini, lavoratori di ogni settore,
commercianti, intellettuali contrari al comunismo. A Taiwan fu
proclamata la repubblica democratica Cinese. Sul continente la
repubblica popolare Cinese di Mao Tsu Tung si oppose con fermezza
alle scuole di Kung Fu tradizionale, soprattutto negli anni della
“Rivoluzione Culturale”. Molti maestri trovarono rifugio a Taiwan,
ad Hong Kong ed in Occidente, negli Stati Uniti soprattutto. Nella
Cina di Taiwan fu proseguita la tradizione millenaria del Kung Fu,
le arti marziali cinesi vennero inserite nell’addestramento
dell’esercito e della polizia, vennero aperte scuole private e
statale, fu introdotto l’insegnamento del Kung Fu nelle università.
Sempre a Taiwan il Kung Fu tradizionale diviene sport, viene fondata
la ICKSF,
International Chinese Kuo Shu Federation, che da vita
acampionati nazionali ed internazionali, offrendo appoggio ai
Maestri
che da Taiwan
si sono spostati in Occidente per la diffusione delle arti marziali
cinesi. Nella Repubblica Popolare Cinese, la nuova visione dello
sport che esce dalla Rivoluzione Culturale ( che culminerà nei molti
ori dell’Olimpiade di Pechino) conduce alla codificazione dell’arte
marziale cinese moderna , il
Wu Shu Moderno.
Nel
corso degli anni ’80, ’90, dal 2000 al 2013
la Federazione di Taiwan
ha organizzato periodicamente il campionato mondiale di Kung Fu
Tradizionale. A partire dagli anni ’90 in Cina Popolare è stato
gradualmente ripreso l’insegnamento e lo studio del Kung Fu
Tradizionale, mai del tutto scomparso. Dal 1999 il Comitato Olimpico
Internazionale ha dato mandato affinchè commissioni, Federazioni,
Associazioni sia di Kung Fu Tradizionale Cinese che di Wu Shu
Moderno siano introdotte e riconosciute
dal Comitato Internazionale e dai Comitati Nazionali, in
previsione di una possibile partecipazione ufficiale della
disciplina ai Giochi Olimpici.
Bibliografia
1.
Mario
Sabattini, Paolo Santangelo “Storia della Cina. Dalle origini alla
fondazione della Repubblica”, 2004 edizione speciale, Gius Laterza.
2.
Ugo
Barlozzetti, Sandro Matteoni “Storia delle Armi Bianche”, cap 3
La Cina Antica, Giunti Ed 2012.
3.
Taipei
National Museun of History. Textbook, “The History of Kuo Shu” 2011
Taiwan
Roc.
4.
Pietro
Angelini, Germana Mamone “Il Podio Celeste. Storia dell’educazione
fisica e dello sport in Cina”, Stampa alternativa/Nuovi equilibri Ed
2008.